Nel post di adesione alla marcia «I sollevamenti della terra» e di lancio di nostre nuove camminate abbiamo parlato di cementificazione, stavolta raccontiamo di chi produce foraggio per quelle colate voraci. Di un cementificio. Un monstre polveroso che non solo fabbrica la materia con cui si fanno le grandi opere, con cui si consuma il suolo e si devasta il territorio. Esso stesso devasta il territorio.
A febbraio 2021 gli abitanti del lago d’Iseo hanno riscoperto la realtà di un fantasma sopito, più volte riscoperto e altrettante dimenticato. Il mostro è appollaiato di fianco a Tavernola Bergamasca, l’emanazione del suo fantasma gli aleggia tutt’attorno, sopra.
Tavernola dicevamo, paesello di 2000 anime esattamente a metà sponda Ovest del lago. Il monte Saresano, quel gigante che proteggeva il borgo sottostante, che lo riparava, cede.
Sistemi di monitoraggio in loco registrano una gigantesca porzione di costa che scivola 20-25 mm al giorno. Tra i 350 e i 650 m s.l.m., appiccicata al paese, questa enorme pista di pattinaggio costringe a evacuare comunità e apre squarci sui pendii che conducono a altre, isolandole.
Stime prospettano un cedimento in blocco di 100 mila metri quadrati per 15-21 di profondità. Un milione e mezzo-due di metri cubi in bilico su un trampolino a assetto variabile, alto dai 190 ai 470 metri.
Area a rischio frana – studio del 2016
Area a rischio e area attiva della frana. Rilevamenti – al centro tubo inclinometrico sollevato di 25 cm. Strade crepate dal movimento franoso
Un corpaccione alto come un palazzo di sette piani e esteso quanto dieci campi da calcio, per intenderci, è sul punto di rovinare nel lago producendo un’onda alta fino a 9 metri che potrebbe viaggiare a 180 Km/h spostando 600.000 metri cubi d’acqua, quello che è stato battezzato come “tsunami” lacustre. Un urto devastante non solo per Tavernola, Vigolo e Parzanica, ma per Monte Isola, per i comuni di riviera, per il lago stesso e per la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, ora al centro di un altro progetto in fase di attuazione entro il 2023, la prima rete di trasporto pubblico a idrogeno.
Storie, habitat e geologie in frantumi.
Simulazione del treno d’onde condotta dall’Università di Brescia
Gruppo di Ingegneria Idraulica – Dipartimento di ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e Matematica
Perché dicevamo di un sistema di monitoraggio già installato?
Perché si registrano frane sin dalla metà del ‘900, 45.000 metri cubi nel 1970, 25.000 nel 2010. Chiunque è avvezzo a questo territorio sa che buona parte dei rilievi della sponda ovest del lago sono instabili, non solo il Saresano. Passare nei pressi di Tavernola costringe tuttavia a abbassare lo sguardo, il paesaggio è deturpato da un’industria dedita all’estrazione di marna e dalla sovrastante area di concessione mineraria estesa anch’essa – ironia della sorte – circa 100.000 metri quadrati.
Un cementificio passato di mano più volte, ora proprietà dei tedeschi di HeidelbergCement – che ha assorbito Italcementi – che esplode cariche dal 1902 e alle cui attività estrattive sono potenzialmente riconducibili i distacchi, lo stesso cementificio che nonostante i disastri prodotti e quarant’anni di proteste ha avuto la fortuna di cavarsela spostando la zona di estrazione da Ognoli a Ca’ Bianca e installando giusto qualche sensore.
Tavernola – case e cementificio
Il 28 agosto cammineremo lungo la frana. Appuntatevi la data, a breve daremo tutti i dettagli.
Cammineremo sopra un lago in allarme quanto i ghiacciai che lo alimentano. Nei pressi di una valle ricca d’acqua ma in piena crisi idrica, spolpata da ampliamenti del demanio sciabile e da impianti di innevamento artificiale coi loro bacini predatòri, prosciugata nei torrenti da installazioni di centraline idroelettriche. Sottrazioni sistematiche operate da idrovore in secca di idee. Anche di questo parleremo in un prossimo post.
Riprendiamo in spalla il nostro passo oratorio per ficcare il naso, per metterci piedi e becco prima che anche questi luoghi alimentino altro turismo del macabro, torniamo per compiere un rito di esorcizzazione degli spettri del capitale.
Tra frane, onde e cemento. I come e i perché della camminata molotov sul Lago d’Iseo, 28 agosto 2022 – Rivoluzione Anarchica
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[…] raccontato l’onda e la percezione che di essa si è avuta quaggiù e sulla stampa. Sarebbe tuttavia riduttivo […]