Ci siamo inchiodati, con l’avvio della campagna di crowdfunding per finanziare la prima festa di Alpinismo Molotov e l’ingresso nella fase operativa di messa a punto degli aspetti organizzativi/logistici della tre giorni al Vis Rabbia, abbiamo perso il passo – già irregolare – con il blog.
Il chiodo a cui ci siamo ancorati è però di sicurezza, la progressione della banda non è ferma a quella sosta, stiamo procedendo individuando il percorso di salita lungo la linea che più si confà all’ideale molotov, sondando appiglio dopo appiglio, con cautela, determinazione e slancio: è la nostra prima festa, tutto è da immaginare e poi traslare sul piano del reale, gli ostacoli emergono via via che si procede. Ma continuiamo a salire, i muscoli sono oramai sciolti e sempre più ci troviamo a nostro agio su questo terreno.
Buona lettura.
Nel ventre di Diverso il suo rilievo
– Che ne dite di rilanciare con un post in cui scopriamo le carte sulle escursioni? Pensavo ad una scheda minima per ogni gita, partenza, arrivo, tempo, dislivello e 2 righe 2 del perché quel percorso.
– Possiamo a questo punto presentare anche la locandina ufficiale.
Per le escursioni, per me si può fare, magari per quelle che potremo confermare solo più in là, previa verifica delle condizioni nivologiche, mettiamo tra parentesi l’indicazione.
– Vado a memoria
– Colle dell’orso (…)
– Musiné (…)
– Borgate di Villarfochiardo (…)
– Collina Morenica (non ricordo il nome, amico di …)
– ????
– ??? bici (…)
I 2 non di AM riusciamo a contattarli per chiedergli la scheda o la scriviamo noi coi dati che abbiamo?
– Visto che mi tiri in ballo io potrei eventualmente proporre un anello su Balmafol (con lettura della cronaca della vittoria partigiana), ma occorre un lungo avvicinamento in auto, quindi forse meglio concentrarci su quelle già elencate.
Mi metto volentieri a disposizione per la logistica. Però scusa, è sparita la tua gita “orizzontale” che parte da Salbertrand? E quella al Pertus? Ho perso dei passaggi? Inoltre se per caso dovesse far caldo il Musiné diventerebbe un Calvario, e la collina morenica un bagnetto nell’afa…
– Quella orizzontale l’ho abbandonata per il passo dell’Orso (io comunque una ne posso fare) perché mi sembra abbia caratteristiche simili a quella di xxx, così avevamo un po’ più di varietà, e anche una gita che vada almeno un po’ in quota. Il Pertus la teniamo come riserva, se all’orso resta neve (2500 esposto a nord). Almeno così si era detto.
– Era anche rimasta aperta la questione della responsabilità di chi organizza le gite. Penso che si potrebbe aggirare il problema “non-organizzando” le gite. Vale a dire: si scrive semplicemente che quel giorno un po’ di gente si troverà in un certo posto a una certa ora per andare a piedi verso un certo altro posto. Non si invita nessuno, non si “porta” nessuno. Chi vuole ci viene e sono tutti fatti suoi. E questo si mette in chiaro per iscritto e ad ogni passaggio.
Potrebbe funzionare?
Lo so, non è molto “solidale”, ma mi pare “equo”…
– Sì, cerchiamo magari una formula sfumata (evitiamo il “sono fatti suoi” per intenderci) ma che contenga il concetto: nessuno accompagna nessuno, si cammina insieme condividendo lo stesso sentiero.
– La ‘scheda’ dell’escursione al passo dell’orso (ovviamente modificabile se lo ritenete):
partenza Beaulard m 1.175 slm.
destinazione Passo dell’Orso m 2.477 slm.
dislivello 1.300 m
tempo salita 4h
discesa 2h 30′
Il passo dell’orso è il valico che Ada Gobetti percorse nel dicembre 1944 con il figlio Paolo, il marito Ettore Marchesini ed alcuni altri partigiani per recarsi in Francia per prendere contatti con a resistenza francese. L’avventurosa traversata, compiuta con oltre un metro di neve a terra, e dovendo evitare le pattuglie dei tedeschi, che avevano anche un fortino nei pressi del passo, è descritta nel suo ‘Diario partigiano’.
– sempre di fretta, scusate, cerco di essere schematico ed esaustivo
sulle gite:
ne abbiamo annunciate 6 in totale: 3 e 3 nelle due mattinate di sabato e domenica.
Due, quella alla certosa di monte san benedetto e in collina morenica, sono baby friendly; una è in bici (dove?); poi c’è quella sul Musiné; poi quella in “alta quota”. Ne manca un’altra, sempre in alta quota, direi
Secondo me l’avvicinamento al punto di partenza non deve superare un’ora di auto. Il treno è già diverso: nella mia percezione è già parte dell’escursione.
ipotesi a cazzo sulla distribuzione delle gite:
sabato:
– gita (baby friendly)
– gita in bici
– gita (alta quota)
domenica:
– gita (baby friendly)
– gita Musiné*
– gita ??? (alta quota)
Secondo me, possiamo chiedere alla gente di dare un preavviso di presenza. Ovviamente ci saranno quelli che dicono che vengono e che poi non vengono e viceversa, ma è per avere un’idea di massima sulla logistica. Di quante auto abbiamo bisogno, pranzi al sacco, eccetera. Si parlava di caldo sul Musiné e afa in collina. Dunque, facendo la tara sul fatto che in vita mia ho detto “ho caldo” solo una volta (la prima notte a Mumbai, nel maggio del 2005), non credo siano un grande problema. Se le giornate saranno davvero torride, sul Musiné si può optare per una variante più morbida che si dipana quasi interamente nel bosco. In collina basta stare lontani dallo stagno Pessina e dai vari Garossi. Per me si prospetta un’altra settimana molto densa, ma mi riprometto di mettere giù un diario di bordo sulla festa, buttare giù due idee sul TAP, mandarvi il pezzo sul terremoto che ho sul tavolo di lavoro.
Voglio anche tornare in assemblea al VisRabbia.
bacy
– “Passo dell’Orso, sul sentiero partigiano dei Gobetti”? Non mi viene di meglio.
– Collina morenica: “Rolling stones, a spasso fra massi erratici e montagne che si muovono”;
gita: “Pietre, castagne e santi”;
– A proposito di Musiné: l’ho fatto ieri mattina per allenamento, che avevo libera solo la mattina. Salito per la classica della cresta, ho poi provato a scendere dal Pian dla Feja e sono convinto che sia decisamente preferibile sia in salita che in discesa: a) è complessivamente molto più ombreggiata; b) è meno brulla e arida e decisamente più gradevole e amena; c) è molto meno ripida in generale (infatti richiede qualche decina di minuti in più) e non ha nessun passaggio roccioso, tipo quello con la pleonastica catena verso la punta arrivando dalla classica; d) è *molto* meno frequentata (tanto più che sulla classica c’è un botto di gente che la usa come pista di allenamento, e ammetto che possa avere un suo perché, l’ho fatto anch’io); e) secondo me si presta molto di più al passo oratorio; f) arrivo e partenza nello stesso posto dell’altra. L’unica cosa che ha in meno è la prima parte della classica, la mulattiera storica con i piloni della via crucis. Però dalla chiesetta a fine mulattiera (sant’abbacchio o qualcosa del genere) c’è una Chiara indicazione per un raccordo con quella che sto dicendo (in discesa però non ho trovato l’indicazione corrispondente). Ultima cosa: dalla carta Fraternali non risulta questo percorso alternativo.
– sabato pomeriggio Miriam giocava dai figli Riqu (escursione in collina morenica) e ci siamo fatti una chiacchierata. Abbiamo concordato che facciamo il Moncuni dal versante NO (salita dolce, all’ombra del bosco) e poi da lì passiamo a Reano. L’idea di era di fare un anello, oppure scendere poi dalla direttissima al lago piccolo. Tra l’altro, secondo me dobbiamo giocarci questa roba della balneabilità del lago. A piedi è a 15 minuti dal VisRabbia…
– Se si fa il post, scusate se insisto, occorre pestare sul fatto che noi in gita non “portiamo” nessuno… il discorso della responsabilità insomma. In quota non si parlava già di Passo dell’Orso con eventuale ripiego al Pertus?
– Mi sa che ci stiamo perdendo, quindi provo a ricapitolare
Abbiamo:
– Passo dell’orso
– Musiné
– Certose di Vilarfochiardo
– Collina morenica
che sono ok
Noi però ne abbiamo annunciate 3 per giorno, quindi ne mancano 2, che nelle ipotesi erano una in bici e un’altra in quota. Su queste due riusciamo a dire qualcosa? Se no presentiamo le altre 4 e diamo queste come ancora in gestazione.
– Mah, se vogliamo io non ho problemi a metterci Balmafol, con il problema che ho già esposto dell’avvicinamento in auto (mezzora dal fondovalle, da Chianocco su fino a 1200 o almeno fino a frazione Molè) Questa non è in quota (si arriva sui 1900) ma se la vogliamo devo fare una ricognizione un po’ prima per verificare lo stato dei sentieri (ci sono almeno due accessi e alcuni tratti sono soggetti “esuberanza vegetale tardoprimaverile” ;-)
Detto questo, tre al giorno a me sembrano troppo uno sbattone… direi di puntare a due, tenendone però sempre una di riserva per sostituire quella in alta quota se all’ultimo non ci fossero le condizioni. Per dire: quella di Montebenedetto volendo si può fare anche se piove, casomai si sale con l’ombrello per la strada asfaltata (poco traffico) anziché per la mulattiera, il passo dell’orso no.
– Secondo me nella prossima settimana dobbiamo uscire con qualcosa, sia per la raccolta (a proposito, se resta bassa il piano B è la cena al Visrabbia? Quando?) sia per permettere a chi deve venire da fuori di decidere se farlo o no.
– Avevo il sospetto (ce l’ho ancora) che avremo un bel po’ di gente alle escursioni. Non folle oceaniche, ma un po’, metti 40-50. Se così fosse, gruppi da 20, da 25, non sarebbe una passeggiata. È vero, noi non siamo guide e non accompagnamo nessuno, ma io mi sentirei responsabile. Avere tre mete, magari (non è detto, me ne rendo conto, può capitare di avere 40 cristiani su una e 5 e 5 sulle altre due) può contenere i numeri delle comitive.
Dici: “ma se ci tieni tanto perché non la proponi tu?” Cista. Due ragioni. Uno: mi sento sicuro in collina morenica, sul Monte Pietraborga, in certe zone della Valsangone e della Val di Susa, ma superati i 1500 mslm (citando un’espressione tipica di mio nonno che mi è tornata in mente oggi) “sono più ignorante di dio”. Due: mi sono accollato (con gioia) questo ruolo di riferente collante fra AM e il VisRabbia, loro mi hanno chiesto presenza e io gliela garantisco: non so neanche se davvero potrò partecipare alle escursioni, è probabile che ci saranno delle logistiche da seguire.
Sono d’accordo al 200% con Natale, dobbiamo esplicitarla questa cosa che non siamo guide, né desideriamo esserlo, ma dobbiamo trovare la maniera intelligente per dirlo. Dobbiamo dire che nello spirito di AM c’è il mutuo aiuto, la condivisione delle conoscenze, la gioia dei corpi, il piacere del racconto.
In ogni caso, soprattutto se i numeri saranno davvero alti, io prevederei un’organizzazione con aprifila e serrafila.
penzo che è tutto
– Io penso che anche tutta la parte sulle escursioni possa essere affrontata senza troppe ansie e patemi. È vero che stiamo focalizzando la questione più su logistica/organizzazione, ma un po’ ci tocca, anzi ci tocca proprio, perché questo giro faremo qualche passo più in là delle consuete “uscite molotov” organizzate tra noi qui in lista. Un po’ di conta toccherà farla, dovremo anche – in parte e nelle modalità che dovremo definire – dare un supporto e garantire presenza al Vis Rabbia.
Anche il riferimento su “aprifila e serrafila” non mi inquieta poi tanto, a monte ci sono molte nostre discussioni da cui risulta chiaro che non si tratterà di farsi carico della responsabilità di portare in giro un tot di gente, se non nell’ottica della responsabilità del “si parte e si torna tutt* insieme”.
Non so se sono riuscito a spiegarmi, il punto sta nell’ambivalenza del concetto di “responsabilità”. Provo a spiegarmi con la sintesi: nessuno individualmente avrà più responsabilità di altri fra chi partecipa alle escursioni, ma noi come collettivo AM, con questa proposta della festa a invito aperto, delle responsabilità collettive in più dei singoli è chiaro le avremo.
Ecco, detto tutto questo anche pubblicare o meno la lista delle escursioni mi pare un problema che si ridimensiona. Personalmente, pubblicarle, mi sembra una prima occasione per spiegare qual è il senso – il senso per AM, per noi – nel proporre delle escursioni, quelle escursioni, per iniziare a coinvolgere chi parteciperà, ribadire che nessun* guiderà nessun*.
Sempre sulla logistica/organizzazione delle escursioni, un aiuto potremo chiederlo con la certezza che non ci siano fraintendimenti ai nostri compagni di scarpinate dell’Ape, i milanesi per dire sono oramai ferrati con le uscite di gruppo e come noi e da più tempo di noi fanno i conti con la questione delle “responsabilità” connesse.
Si parte e si torna assieme. 2-4 giugno 2017.