Tremosine: a sinistra la strada della Forra, a destra il punto sommiate della frana
Una “semplice” frana
Nel corso di un soleggiato pomeriggio, il 16 dicembre 2023, un costone di roccia affacciato sulle sponde bresciane del Lago di Garda, a Tremosine, è precipitato in acqua. Nessun innesco particolare: nessuna presunta pioggia battente. Nessun sisma o lieve scossa registrati dai sismografi e nemmeno lavori di costruzione o scavo con utilizzo di mine a sollecitare la montagna. L’unica “anomalia” di cui si può dire è stata la temperatura alquanto mite per una giornata d’inverno.
Venti gradi per meglio dire, una tipica giornata da crisi climatica. Con ogni probabilità più “fredda” di quelle che vivremo di qui in avanti, nemmeno fresca rispetto allo storico di stagione. Va pertanto esclusa anche una delle tipiche cause dei crolli invernali: il ghiaccio che si gonfia e sgonfia come un mantice tra le rocce. Quello del 16 dicembre è lo smottamento spontaneo di una porzione di monte che cede sotto al proprio peso, una non-notizia, sia che la si analizzi sulla base della storia geologica del Garda, anche recente, sia che si presti invece attenzione alla morfologia delle sue sponde.