In questo resoconto si incrociano récit relativi a due camminate sul monte Musinè: la prima esplorativa, ne scrivono Filo, Yamunin, Davide; la seconda spirituale, ne scrivono Mariano e Luigi. Entrambe sono decisamente Molotov. Mariano Tomatis sul suo blog aveva già pubblicato un primo resoconto della salita “sulle orme della meraviglia” organizzata per la manifestazione Torino Spiritualità, ma soprattutto aveva predisposto una preziosissima guida dal titolo Camminata spirituale sul Monte Musinè in cui sono raccolte le storie da lui raccontate durante l’ascensione – si può scaricare qui e, per chi ha buon occhio, contiene nella copertina un omaggio ad Alpinismo Molotov – oltre a una vera e propria estensione ipertestuale di queste storie – con documenti originali, materiali inediti e curiosità – intitolata Verso la cima del Monte Musinè. Ringraziamo il wonder injector Mariano.
Il post è dedicato a Peter Kolosimo, archeologo spaziale: grazie a lui è stato possibile diluire il tempo e trasportare le due escursioni in una dimensione atemporale.
A breve seguirà la seconda parte del récit. Buona lettura.
Partenza: campo sportivo di Caselette (378 mslm)
Arrivo: cima del Musinè (1150 mslm)
Dislivello: 772 metri
Tempo di percorrenza: 15 giorni (dal 7 al 21 settembre 2014, per la precisione)
Y: Ok, deciso: faremo una camminata esplorativa sul Musinè. Accompagneremo Mariano così che possa perlustrare la zona, raccogliere materiali per la camminata che ci sarà fra qualche giorno organizzata all’interno di Torino spiritualità. Mariano sostituisce Wu Ming 1 che si è infortunato sul Triglav. Ancora non sappiamo chi di noi altri potrà partecipare, ma questa è nostra, questa è esplorativa e molotov.
Faccio una veloce ricerca in rete: il Musiné, sembra un po’ meno impegnativo del Rocciamelone, è alta 1.150 m s.l.m. ma il dislivello è di 790 m. Di sicuro poi è un po’ più gustosa, a causa delle storie che le ruotano intorno, questa montagna la si vuole misteriosa.
Sarà il caso, mi dico, di drizzare bene le orecchie e ascoltare il canto dei sentieri. Ognuno ha il suo suono particolare, il suo canto. Il Musiné è una montagna sovraesposta. È il luogo di narrazioni strambe, alcune tossiche altre invece liberano linee di vite. Ad esempio su un versante si racconta una storia nota a tanti, racconta – in breve – che Tav=Mafia.
Che storie nascondono questi sentieri? Quassù ci sono stati avvistamenti di croci fiammeggianti e fuochi fatui, qui – da quanto ho letto – l’acqua può scorrere addirittura al contrario. Il Musinè è la sede di una base aliena, qui si ritrovano o ritrovavano le streghe e fu luogo di esilio di Erode. Si possono fare incontri ravvicinati con gli alieni. È quindi un luogo di mistero, un luogo ricco di “energia cosmica” (il monte come punto radiante di linee ortogoniche) dove fantascienza e magia si uniscono e si confondono per, magari, mostrasi per ciò che sono: artificio per provocare stupore.
Le storie mi influenzano, caricano la camminata di aspettative, stuzzicano quella parte di me avida di racconti da ascoltare. Sarà Mariano colui il quale potrà dipanare qualche nube, sciogliere enigmi e stupire con il racconto.