“Oltre i governi e le loro politiche ci siamo noi con i nostri corpi, le nostre idee e la nostra capacità di vigilare sul territorio.” Clicca per leggere la chiamata al corteo apparsa su notav.info.
L’8 dicembre di ogni anno in Valsusa si festeggia l’Immacolata Liberazione.
Quel giorno, nel 2005, un grandissimo corteo sbaragliò le forze dell’ordine e si riprese i terreni del presidio No Tav a Venaus, sgomberato con violenza tre sere prima.
Da allora, l’8 dicembre è scadenza di lotta, occasione per fare il punto, celebrazione della potenza, del radicamento, della cocciutaggine e longevità della lotta in valle.
Non solo Alpinismo Molotov è sempre stato dalla parte del movimento No Tav, ma una delle sue anime “storiche” – nel 2024, nel nostro piccolo, festeggeremo il decennale – è valsusina. Il progetto Alpinismo Molotov è nato durante un’ascesa al Rocciamelone nell’estate del 2014. La prima edizione della festa di AM, “Diverso il suo rilievo”, si è svolta al centro sociale VisRabbia di Avigliana, Valsusa, nel 2017.
Il nostro striscione al VisRabbia di Avigliana, 4 giugno 2017
Anche oggi ci saremo: accanto al movimento, in una situazione di escalation repressiva, ma anche di rinnovata risposta, di ennesimo cambio di fase nella storia ultra-trentennale di questa lotta.
Segnaliamo anche che domani, sabato 9 dicembre, h.14:30, al Polivalente di San Didero si terrà il dibattito pubblico “Mega-opere, mega-eventi: no grazie”.
Riprendiamo quanto scritto su notav.info a proposito di quest’incontro, che si tiene in occasione della Giornata mondiale contro le Grandi Opere:
“Con le prossime Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, l’ incubo ritorna reale nella stretta connessione tra mega-eventi e mega-opere. Riparte la litania di patriottismo e cultura dello sport che cela l’irrefrenabile voglia di appalti, accaparramenti e profitti, fondamenta di questi progetti. Riparte il ciclo di costruzione di nuove strutture, tra piste e bacini idrici per produrre neve artificiale, e la ristrutturazione di vecchi impianti al costo di distruggere progressivamente il paesaggio montano circostante […]
Di fronte ad ecosistemi svuotati ad alta velocità a suon di cave, debiti e speculazioni, in contrapposizione alla crisi ecologica provocata da questa megalomania, le montagne oggi più che mai sono baluardi da difendere . I nostri monti sono il luogo da cui nasce l’acqua e quindi la vita. Dove cede la montagna, cede un’intera catena del vivente. Come comunità rimane necessario riunirsi per condividere prospettive e pratiche di lotta in difesa di ciò che la montagna rappresenta, inaugurando e rafforzando alleanze internazionali per fermare il protrarsi di questi ecocidi.”
A chi ci sarà, diciamo: ci si vede oggi e domani in valle.