Nel corso di quest’estate 2019, riempiendo di commenti l’infosfera, ha tenuto banco la querelle sul
Jova Beach Party e le critiche mosse a questo mega-show spiaggiato su alcuni tratti di litorale italiano. A seguito della presa di
posizione critica di Reinhold Messner rispetto alla location di Plan de Corones – Kronplatz per una data di questa tournée – l’unica data non organizzata occupando lo spazio di un arenile – avevamo dato conto di una discussione nel retrobottega di Alpinismo Molotov, pubblicata in un post dal titolo
Sul binomio musica e montagna: tracce di una discussione sugli eventi in quota. Si trattava, con quel post, di riprendere e cercare di mettere a fuoco alcune questioni che riteniamo centrali nel modello di fruizione/sfruttamento delle montagne, cosa che lo scambio polemico Messner-Jovanotti ci offriva l’occasione di fare:
Tra i punti emersi dalla nostra conversazione, il fatto che ciò che accomuna tutti questi grandi eventi in quota, o comunque nella cornice di un ambiente naturale di pregio, è l’essere per l’appunto, nella cornice. A nessuno importa che il medesimo spettacolo sia fruibile senza differenza alcuna in qualsiasi altro luogo, nel fondovalle o in città, le montagne sono un piacevole sfondo, un tocco di colore, tutt’al più la scusa per una simpatica gita fuori porta.
Il concerto a Plan de Corones – Kronplatz si è svolto, noi abbiamo seguito il flusso di notizie a riguardo, comprese quelle che lasciavano intendere una riappacificazione tra Messner e Jovanotti con un ripensamento del primo (e invece no, sull’inopportunità di organizzare un grande evento come lo è una data del Jova Beach Party Messner
non ha cambiato idea). Nel contempo si susseguivano segnalazioni e denunce sulle criticità ambientali e sui danni che un mega-show come questo avrebbe inferto agli ecosistemi delle varie location scelte dal duo Jovanotti – Trident (l’agenzia che ha prodotto e organizzato la tournée). Questo nonostante l’ombrello rassicurante della partecipazione all’operazione del WWF Italia, coinvolgimento sbandierato a ogni occasioni da Jovanotti.
Ci siamo quindi resi conto, a un certo momento, che questa vicenda meritava di essere analizzata anche se ci portava lontano dalle montagne, siccome contiene una gran quantità di elementi ricorrenti, una miscela tossica e foriera di gravi danni. Ne è nato un testo a firma collettiva che viene oggi pubblicato su Giap con il titolo
A chi giova il Jova Beach, party trasversale del nuovo greenwashing.
Clicca sull’immagine per leggere il post su Giap
Tra pochi giorni questo “grande evento” si concluderà a Linate, sulle piste d’atterraggio dell’aeroporto appena riasfaltate. Sarà una festa di bitume e catrame. La nocività della miscela tossica messa a punto durante le precedenti date del mega-show non sarà per questo meno dannosa, così come non decadrà in futuro la sua tossicità: non si tratterrà magari di Jovanotti, ma la funzione sistemica che questo personaggio ha rappresentato potrà essere riattivata nuovamente, in nome del capitalismo impegnato oggi nel tentativo di fare della crisi climatica uno strumento di potere che alimenterà diseguaglianze e ingiustizie.