Dopo la pubblicazione dello speciale 25 aprile con il racconto delle “resistenti evasioni”, torniamo ancora alla giornata di commemorazione della Liberazione dal nazifascismo di questo 2020. Quello che segue è il récit collettivo di un’escursione clandestina in notturna, da Bologna al cippo dedicato ai caduti partigiani che si trova a Sabbiuno di Piano.
Da poco tempo ricevuto, lo pubblichiamo sia perché il ricorso alla forma del récit collettivo al di fuori della banda di Alpinismo Molotov è una pratica che crediamo importante valorizzare e amplificare, sia perché – in questi giorni in cui finalmente molte piazze sono tornate a riempirsi di manifestanti – questo racconto ci ricorda come poco più di un mese fa si è dovuto forzare le maglie dell’imperativo “state in casa” per riuscire a portare un fiore a ricordo di chi 75 anni fa lottò per mettere fine alla barbarie nazifascista.
Buona lettura.
«Al monumento di Sabbiuno di Piano, quando ci si poteva andare.»
25 Aprile 2020
GI, E, GL, T, V, S, GB: umani.
C, P, L: cani.
S: Lo stare in quarantena non ha particolarmente sconvolto la mia quotidianità durante il giorno. Però, la noia credo che abbia acuito la mia attenzione verso l’esterno. Non è una perversione ma una predisposizione maggiore ad accogliere ciò che avviene fuori. Complice l’inverno, sicuramente, ho passato pochissimo tempo in balcone prima della quarantena e solo da poche settimane ho scoperto che, nel palazzo a sinistra di quello che ho di fronte, si affaccia il balcone di GI ed E, li posso vedere dal mio, cosí per diverse sere al tramonto condividiamo aperitivi a distanza .
GI: Sono una partita IVA. Sono in “smart working” da 7 anni. Nulla è cambiato nel mio rapporto con il mondo del lavoro. Ho 4 mesi di ritardi nei pagamenti costanti. Questi 600 euro bonus li investirò sicuramente in multe, nel caso mi dovessero fermare e non dovessi addurre una scusa abbastanza credibile. Non posso, non voglio restare a casa.
Ho passato la gioventù a giocare con il computer. I miei giochi preferiti erano Age of Empire 2 e Commandos: behind the enemy lines. Per chi non conosce questi giochi, il primo è un gioco di strategia in cui devi pianificare la crescita della tua popolazione e difenderla dagli attacchi, l’altro è uno gioco in cui un esiguo gruppo di militari viene inviato ad eseguire una missione suicida dietro le linee nemiche; naziste solitamente. Suicida perché il gioco terminava ogni qual volta venivi scoperto dal nemico. Fortunatamente si poteva salvare! Ho passato ore e ore a morire e ricominciare alla ricerca di una strategia migliore. L’osservazione del nemico era fondamentale, alcuni schemi potevi finirli solo se conoscevi a memoria gli spostamenti delle sentinelle. A volte contavo anche i passi.
S: Pochi giorni prima del 25 aprile dal suo balcone GI mi ha invitato sul loro a fare aperitivo. Nella chiacchiera, GI ed E, mi hanno spiegato la loro idea di formare un gruppetto di non più di dieci persone e arrivare al monumento dell’eccidio di Sabbiuno di Piano, 20 chilometri andata e ritorno, quattro ore circa, con partenza al tramonto. Si attraversa tutto il parco del Navile, si passa Castel Maggiore, un tratto di aperta campagna, uno brevissimo di statale (il più rischioso), e alla fine il monumento, dove avremmo lasciato dei fiori. Andrà fatto tutto al buio, le torce si portano per sicurezza ma per non rischiare di essere beccati è meglio tenerle spente. Tanto lungo quasi tutto il percorso non sono distanti lampioni, luci di capannoni, case, insomma si dovrebbe vedere abbastanza da non farsi male. A guidarci sarà l’inquinamento luminoso.