Le Alpi orientali da oltre un secolo sono al centro dell’ideologia nazionalista italiana, un luogo mitologico che la gente conosce solo attraverso i nomi delle vie nelle città e la vulgata che viene insegnata nelle scuole: le terre irredente, la presa di Gorizia, la disfatta di Caporetto, la resurrezione di Vittorio Veneto, cent’anni di retorica sul nordest. Noi che viviamo su questo confine conosciamo benissimo quanto sia tossica questa vulgata, e quanto sia altrettanto tossica la vulgata contrapposta, quella degli austronostalgici. Una vulgata che porta ad esempio alla celebrazione di un personaggio come Rommel, giovane ufficiale nella prima guerra mondiale sul fronte dell’Isonzo, e grande deportatore di civili e militari italiani, sloveni e croati 25 anni dopo, nel settembre ’43.
