di Filo Sottile
È sabato, termometro a quota 38 gradi, aria pesa e umida. Decidiamo di fare fagotto e di andare alla festa organizzata dall’Anonima Coristi a Bovile di Perrero (TO), val Germanasca. Chiudiamo le cose in sospeso a casa. Appendiamo una trentina di trecce d’aglio a seccare e partiamo.
Arriviamo a Bovile e tutto sembra immobile. E la festa? C’è una locandina appesa a una bacheca, ma null’altro. Mi inoltro a piedi nella parte bassa della borgata e incontro un uomo e una donna che hanno oltrepassato la settantina. Lui riempie dei cesti di verdure, lei se li carica e li porta via. Deglutisco, sorrido e chiedo: «Scusi, ma non ci dovrebbe essere una festa oggi da queste parti?»
Il tipo mi squadra per bene e con un accento piemontese cristallino mi risponde: «Sei anche te della banda?»
A me viene da ridere, ma non c’è sfottò, è solo sorpresa per quella sua cortesia così rustica. «In un certo senso…», rispondo.
«Vai su al bar…» dice lui, «gli altri son già lì» si sovrappone la donna. Ringrazio e ripartiamo. Ancora due minuti di auto e ci siamo. Sono le sei e venti di sera. Appena scendiamo dall’auto ci accoglie il canto. La sensazione di leggerezza e calore che mi hanno lasciato i due nonni della borgata di sotto si prende un maggiore spazio in petto.