Di Alberto “Abo” Di Monte
Quello di ottobre è stato un mese frizzante per la compagine apeina.
Dovessi raccontarlo al meglio però non partirei dall’inizio né dalla fine ma giusto dalla metà. Il 15 ottobre infatti ha inaugurato il Rifugio della sezione capitolina dell’Associazione Proletari Escursionisti.
Arrivo a Roma il 14 sera, la partenza è prevista per le 23 da Casetta Rossa (la casa base di APE Roma nel cuore della Garbatella) e di lì a Poggio Catino, in provincia di Rieti, va poco meno di un’ora e mezza di auto.
Il rifugio, in località Trio, ha l’allacciamento alla corrente ma all’arrivo lo illuminiamo con un fascio di torce e la sensazione è impressionante per via della struttura costruita attorno a tre alberi che letteralmente bucano il tetto del corpo principale (complessivamente il rifugio comprende tre edifici). Attorno al camino si fantastica fino a tarda notte di un sogno che, per lo sciame apeino, si rincorre da novantaquattro anni.
Tanto è passato dal 1923, quando per la prima volta in località Carlanta, ai piedi del gruppo delle Grigne, fu individuato il primo terreno per la costruzione della “capanna”. Sui bollettini del consorzio e su Sport e proletariato, il settimanale di sport popolare molto diffuso all’epoca, la denuncia delle crescenti difficoltà dovute all’incedere del Fascismo si avvicendano presto alle campagne di sottoscrizione.
Nell’arco di settimane si passa dall’acquisto alla svendita, i cui proventi sono devoluti al “soccorso rosso”.