Sono trascorsi due anni da quelle tragiche giornate e questo eterno post terremoto che forse non è mai veramente iniziato non riempie più le cronache dei giornali e delle televisioni, che salvo qualche rara eccezione, tornano stancamente sull’argomento solo in occasione di ricorrenze particolari. Nel frattempo la ricostruzione e la rassegnazione hanno andamenti opposti: la prima è immobile come le pietre su cui è oramai cresciuta rigogliosa l’erba, mentre la seconda aumenta associata ad una frustrazione che rischia di distruggere il patrimonio umano e immateriale di questi luoghi.
Da quando lo sciame sismico si è attivato nella terre della Sibilla, abbiamo cercato di contribuire amplificando dal nostro blog le voci che si levavano per denunciare la «strategia dell’abbandono» e il dispositivo di governo dei territori colpiti dal terremoto, che si esprime in uno stato di emergenza senza fine.
Nel giugno scorso abbiamo fortemente voluto che la nostra festa cosmica – Diverso il suo rilievo – avesse base sull’Altopiano di Macereto, lì dove le scosse hanno generato un suono di terrore dalle montagne che cingono l’altopiano. È stata un’occasione per noi importantissima, perché ci ha permesso di entrare in relazione con le persone – in carne e ossa – che caparbiamente continuano a vivere nei paesi feriti del sisma e a percorrere le strade sconnesse.
Tra pochi giorni saranno due anni esatti dalle scosse di ottobre, che fecero seguito alla prima violenta scossa di agosto, e a cui ne seguirono altre, tra cui la “botta grossa” del 30 ottobre. La rete di Terre in Moto Marche ha voluto cogliere l’occasione e ha organizzato cinque giorni di iniziative, con l’obiettivo di rinsaldare i fili sempre più sfaldati di quelle comunità ferite e rilanciare, ancora una volta, l’azione e le mobilitazioni. Queste iniziative si svolgeranno sia sui Sibillini, dove c’è chi coraggiosamente si ostina a vivere nelle difficoltà quotidiane di paesi semi-sfollati, che sulla costa Adriatica, lì dove gli “sfollati” non si rassegnano alla vita imposta loro, lontano non solo geograficamente dalla propria vita ante-sisma.
Ancora una volta esprimiamo la nostra vicinanza e la nostra solidarietà con la lotta per una ricostruzione equa e degna, perché – come viene espresso in maniera cristallina nel comunicato di presentazione di Due. Non arrendersi agli anni e ai governi che passano:
[…] due sono le possibili reazioni tra cui scegliere: accettare lo stato delle cose come ineluttabile e inamovibile o provare a riprendere in mano il proprio futuro e quello del nostro Appennino.
Il programma delle giornate è visualizzabile qui.