Ogni anno Altitudini.it indice un Blogger Contest, un positivo stimolo che induce gli internauti a scrivere di montagna. Alpinismo Molotov non poteva mancare. Ricordiamo però che nel nostro Manifesto al punto 2 si afferma che «L’Alpinismo Molotov NON è sport, si fa senza cronometro, senza sponsor, senza fretta, senza boria. Tollerato giusto l’altimetro» per cui AM partecipa a suo modo, fuori concorso. Il tema di quest’anno è L’Avventura. Qual è dunque la via molotov all’avventura?
Compensazioni e guasti collaterali
di Roberto Gastaldo
Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare
Così solita, e banale, come tante
Che non merita nemmeno due parole su un giornale
(F.Guccini , “Piccola storia ignobile”)
Comune di Salbertrand, frazione Sapè, all’interno del parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand. La carrozzabile sterrata che sale dal capoluogo (chiusa al traffico, siamo nel parco) svolta a destra e spiana, lasciando intravedere i resti di un fortino di epoca napoleonica, coperto e nascosto dalla vegetazione. Poco prima della curva sulla destra si stacca una pista più larga, che dietro una sbarra sale ripida ad attraversare dei prati, fino ad una dozzina di anni fa molto battuti dai cercatori di funghi più pigri, quelli che si accontentano dei pinaioli per la frittura, disinteressandosi delle ‘crave’, più pregiate ma abitanti di luoghi più appartati. Fino ad una dozzina di anni fa, già.
Denali-McKinley, il ritorno del più alto. Un commento di Gigi Alippi
Nella lingua dei nativi Denali significa “quello alto”, perché il Denali – conosciuto fino al 31 agosto scorso come McKinley – è con la sua quota di 6.190 m s.l.m. la montagna più alta dell’America Settentrionale. Il ripristino del nome Denali da parte del presidente statunitense Obama ha avuto molta risonanza. In Italia, ma non solo, questa montagna è conosciuta e legata alla spedizione del 1961 dei Ragni della Grignetta guidata da Riccardo Cassin, che raggiunse la vetta dalla parete sud. Gigi Alippi fece parte di quella spedizione, per Alpinismo Molotov Alberto “Abo” Di Monte ha chiesto a lui un commento sul ripristino del nome Denali, commento che si conclude con un ricordo della storica spedizione.
Sconfinamenti
Sulle Alpi occidentali la prima guerra mondiale non c’è stata. La seconda sì però, e ha lasciato dei resti che fanno danni ancora oggi, e dei “sacri confini” che non ne fanno meno. Per questo abbiamo voluto dissacrarli, spostandoli o usandoli per un esercizio di slalom. Non ci siamo dimenticati nemmeno delle religioni, che spesso quei confini confermano e benedicono.
Sentiero degli alpini, monte Thabor in doppia versione e Rocca d’Ambin, prossimamente i récit.
#MontagneControLaGuerra – Bollettino contro la guerra n°1
Riprendiamo le pubblicazioni – dopo la pausa picnic in compagnia di Scaramouche – con il Bollettino contro la guerra n° 1, il primo report con i contributi alla campagna #Montagnecontrolaguerra che ci sono stati inviati o sono stati condivisi sui social-network. La campagna sta cercando il suo passo, noi come avevamo annunciato emetteremo aperiodicamente dei bollettini contro la guerra con una selezione delle fotografie più inerenti fra quelle ricevute.
La “direzione” di una campagna come #Montagnecontrolaguerra, siamo consapevoli, non può essere tenuta sotto controllo, da questa potranno nascere rappresentazioni o altri progetti che la ricalcano e rafforzano la cornice in cui è inserita, come è già successo con la campagna #stradecontrolaguerra di cui ha scritto pacodettofranz su Giap e che con piacere segnaliamo. Nei nostri bollettini pubblicheremo le “fotografie più inerenti” nel tentativo di segnare prima una traccia e poi un vero e proprio sentiero di disinfezione delle montagne, per farlo le montagne non possono mancare nelle immagini di #Montagnecontrolaguerra.
Il cammino è lungo, siamo solo all’inizio, avanti fino al 2018…
Cogliamo infine l’occasione per annunciare che una quota della nostra banda disparata ha raggiunto e bonificato – tra peripezie varie ed episodi di generosità – la vetta della Tofana di Rozes (3.225 m s.l.m.), uno degli epicentri da cui la retorica patriottarda si diffonde colando lungo la montagna per allargarsi sulla pianura.
Finito il picnic, presto questo – e altri – récit.
#MontagneControLaGuerra#AlpinismoMolotov da #CrodaDelBecco verso #Tofane, #Pelmo e #Dolomiti, Altipiano di #Sennespic.twitter.com/JyHFMXQzgK
— Lorenzo Filipaz (@MisterLoFi) 13 Luglio 2015
Feurnacht
Alto Adige 1961-1964
#TifiamoScaramouche
1. Alba, 19 luglio 1964
Il dolore ai polpacci si fece meno intenso mano a mano che la salita s’addolciva e il bosco lasciava spazio ai prati dell’alpeggio. Scaramouche spalancò la bocca in un respiro profondo ma non riuscì a terminare d’inspirare che sentì i polmoni imbeversi d’umido, come fossero due spugne. Tutt’intorno a lui, il bosco traspirava umidità, mentre nebbie cariche d’humus si levavano mano a mano che l’alba avanzava, facendo capolino tra le vette.
«Come ci sono finito qui?» si domandò Scaramouche tossendo.