[Comici] rivelò molti abissi inesplorati e raggiunse il record di profondità del tempo, toccando il fondo di una grotta di 500 metri nell’altopiano del Cansiglio, il Bus de la Lum. Uscito dalla caverna, salí sulla vicina vetta del Cimon del Cavallo e da quel giorno, all’oscurità degli abissi preferí la luce delle altezze. Quella facile vetta – storicamente importante perché la prima cima delle Dolomiti raggiunta dall’uomo, fin dal 1726 – fu la soglia da dove Comici partí per iniziare e finire sulla montagna la vita…
Così Severino Casara mitizzava l’ingresso di Emilio Comici, primo sestogradista italiano, nel mondo dell’alpinismo. Peccato che in quella ricostruzione non ci fosse un dettaglio uno che quadrasse, a partire dei metri di profondità del Bus de la Lum che a dispetto di quanto professava il memorialista sono in realtà solo -185, e all’epoca non costituivano affatto un record. Ma non solo, anche la distanza tra il Bus e l’attacco del più vicino sentiero per la vetta del Cimon del Cavallo (oggi meglio noto come Cima Manera) – ben 14 km di strada – rendeva alquanto improbabile un’improvvisa sortita alpinistica da parte di uno speleologo che avesse appena disceso e risalito un abisso inesplorato profondo quasi duecento metri, perlomeno negli anni ’20. Di più, il monte Cavallo non rientra nemmeno nelle Dolomiti, né geologicamente né geograficamente. Infine, pare che Comici andasse per monti già da tempo, affiancando – almeno per i primi tempi – l’attività da grottista a quella di alpinista.
Insomma, quella di Casara era una classica cazzata al cubo, un tipo di articolo che in realtà pare abbondi lì in Cansiglio: per la precisione, dal Bus de la Lum emergono ogni anno cazzate al metro cubo.