di Filo Sottile
Sul versante di Rivalta di Torino, la collina morenica di Rivoli-Avigliana è assiduamente frequentata. Ogni giorno la percorrono decine di podisti, ciclisti, escursionisti, amazzoni e cavalieri, amanti delle passeggiate nella natura. Tuttavia, l’assembramento umano che il 20 giugno scorso si è dato appuntamento all’imbocco dei due principali sentieri rivaltesi aveva dell’eccezionale. Che ci faceva lì un gruppone compatto e variegato di oltre un centinaio di persone dai 3 agli 80 anni?
Ci sono tre montagne d’oro in campo azzurro nello stemma del comune di Rivalta. Rappresentano i tre truc (cima, in piemontese) ai piedi dei quali si estende il territorio comunale. I truc – Monsagnasco (414 m), Bandiera (406 m) e Castellazzo (396 m) – sono inseriti nell’anfiteatro morenico creato dai movimenti del ghiacciaio valsusino da 70 a 10 mila anni fa.
La collina è stata colonizzata dall’uomo già in tempi remoti e ancora adesso, laddove gli insediamenti umani non l’hanno cementificata, ospita bosco ceduo, vigne, pascolo, aree destinate alla coltivazione di cereali e foraggio animale. La pluralità di risorse tipiche degli ambienti montani, secondo quanto scrive lo storico ambientale Marco Armiero nel suo Le montagne della patria (Einaudi 2013).
Dal documentatissimo saggio di Armiero si evince che le comunità che vivevano situazioni ecologiche di questo tipo «hanno teso storicamente a esprimere forme collettive di minimizzazione del rischio, a fronte di un’ottimizzazione dell’efficienza del lavoro. Detto in altri termini, la varietà delle risorse ambientali ha dettato un’appropriazione a più livelli […] e quindi implicava una distinzione tra diritti legali di proprietà, diritti di usufrutto e regole per il governo collettivo e la gestione delle risorse».
La proprietà collettiva dei terreni garantiva quindi di suddividere risorse (legna, frutti, pascolo) e corvè (pulizia del bosco, dei sentieri e degli alvei). A partire dall’epoca napoleonica, tali forme di organizzazione sono state apertamente osteggiate e, in particolare dopo l’unità d’Italia, smantellate. Armiero indica proprio in tale smantellamento una delle ragioni dello spopolamento delle montagne e della loro trasformazione in aree depresse.
Anche la collina morenica di Rivoli-Avigliana probabilmente ha a lungo conosciuto forme di possesso collettivo. Ora è in gran parte di proprietà privata ed esclusiva. Nell’ultimo anno e mezzo poi, steccati, fossati, recinzioni si sono moltiplicati, impedendo l’accesso a prati che, benché privati, sono sempre stati liberamente percorribili a piedi da tutti.
Nell’ottobre del 2014 un piccolo gruppo di rivaltesi, accortosi che un lotto di bosco ceduo di 5400 metri quadri posto in cima al Truc Bandiera era in vendita, ha avviato una campagna di raccolta per acquistarlo collettivamente. L’acquisto è stato formalizzato il 6 marzo 2015, grazie alle donazioni di 96 rivaltesi. Ne parla così Davide Bassignana, uno dei promotori dell’iniziativa:
«Ai donatori non interessava la proprietà del bosco, ma la sua salvaguardia e valorizzazione. Dunque perché non donare le quote raccolte a Pro Natura Torino, con la sua lunga storia di battaglie per la difesa del territorio, affinché lo acquistasse per noi? Un acquisto collettivo a proprietà indivisa sarebbe stato burocraticamente svantaggioso e a noi interessava trovare la via più semplice per affermare il primato del bene sulla proprietà. Il bosco ceduo del Truc Bandiera come simbolo di un bene al di sopra dell’individuo».
E dunque ecco la risposta alla domanda iniziale. Che ci fanno cento persone davanti alla cappella di San Sebastiano? La nutrita comitiva si è data appuntamento lì, all’imbocco di uno dei sentieri che conduce al Truc Bandiera ed è andata a festeggiarne la restituzione alla collettività. La passeggiata è partita alle sei di sera di una giornata tersa e soleggiata. Quaranta minuti dopo, il corteo giungeva in cima al truc e innalzava una bandiera firmata da tutti i partecipanti alla passeggiata. Diverse persone, non solo fra quanti avevano versato la loro quota, hanno preso la parola e espresso il loro pensiero sull’iniziativa e su eventuali altre analoghe iniziative future.
Gianni D’Elia, anche lui fra i promotori, ha fatto notare che la bandiera del truc potrebbe sventolare senza onta insieme a quella dei No Tav. Il progetto della tratta nazionale della linea Torino-Lione prevede di bucare la collina morenica con un tunnel di 14 chilometri, da Rivoli ad Avigliana. «Proprio qui sotto!»
Un’altra delle follie di un progetto, quello dell’alta velocità, che oltre a essere completamente inutile si preannuncia ecologicamente e socialmente disastroso. La collina è un ambiente prezioso in cui convivono moltissime specie animali e vegetali, ma è anche estremamente fragile. Non è solida roccia, è composta di sedimento, e le sue acque riforniscono anche Torino Ovest. L’equilibrio sul quale si regge questo delicato sistema ecologico difficilmente sopporterebbe lo stress di un tunnel che la violenta nelle viscere.
La passeggiata è proseguita ancora fino a un bosco di carpini, sconosciuto anche a molti assidui frequentatori della collina, qui Antonio Novello, guida della passeggiata ha proposto un minuto di silenzio e di attenzione al respiro del bosco.
Il corteo è poi sceso giù fino al rivo Foglietto, che sgorga dal Pian del Lupo, e si è poi inerpicata sul Truc Castellazzo. Ha dunque percorso un sentiero bordato di menta e melissa spontanea, dal quale si è potuto osservare il sole scivolare alle spalle del Rocciamelone. Ci si è di nuovo immersi fra gli alberi e si è raggiunta l’aia della settecentesca Cascina Pigay, dove Gino Gallo, che ha già all’attivo tre libri sulla storia di Rivalta, ha condiviso tutto quanto si sa al momento riguardo alla storia del Truc Bandiera. Infine la Pro Loco rivaltese, anch’essa sostenitrice dell’acquisto, ha offerto cena a tutti i partecipanti alla passeggiata.
Henry David Thoreau nel suo Walking and the wild, preconizzando ciò che sarebbe avvenuto ha scritto:
«Al giorno d’oggi, in questi dintorni, la parte migliore della terra non è proprietà privata, il paesaggio non è posseduto e il viandante gode di una relativa libertà, ma potrebbe arrivare il giorno in cui tutto quanto verrà suddiviso in tanti giardini di piacere, nei quali pochi soltanto potranno avere un piacere ristretto ed esclusivo. Allora le recinzioni si moltiplicheranno e le trappole antifurto e altre macchine inventate per confinare l’uomo sulla pubblica strada; e camminare sulla superficie della terra del Signore significherà violare il terreno di un signore. Godere di qualcosa in maniera esclusiva di solito ti esclude dal vero godimento di essa, quindi cerchiamo di cogliere l’occasione prima che giunga quel giorno malvagio».
Quel giorno malvagio è giunto. Si tratta ora di risalire la china. Iniziative come questa del Truc Bandiera ci invitano a immaginare un futuro diverso da quello che la mentalità utilitaristica ha già scritto per l’umanità.
Per contatti e sostegno: trucbandiera@gmail.com
Foto di Claudia Sanino