Della marcia “I sollevamenti della terra” abbiamo scritto, aderendo come Alpinismo Molotov, ma ora è il tempo di segnalare che dall’annuncio e dalla preparazione si sta per entrare nel vivo della mobilitazione: si avvia il cammino condiviso, partendo da Ponticelli di Malalbergo venerdì 2 settembre, che dalla Bassa pianura salirà giorno dopo giorno verso l’Appennino, con l’ultima tappa al Lago Scaffaiolo, sul Corno alle Scale, lì dove incombe il progetto di una seggiovia quadriposto da realizzare su un versante ancora intatto della montagna, dove si giungerà domenica 11 settembre.
Il programma dettagliato della marcia si trova qui, le informazioni logistiche per la partecipazione a questo link.
L’iniziativa, sostenuta da decine di soggetti collettivi, vuole denunciare e porre le basi di future ulteriori mobilitazioni contro i progetti insostenibili che potrebbero abbattersi sul territorio bolognese, ma dato che progetti inutili dannosi e imposti sono pronti a calare sulle nostre teste e su tutto il territorio che ha la forma di uno stivale, la sua valenza non è solamente locale ma invita a una mobilitazione dai tratti permanenti e capillari. Alpinismo Molotov sta contribuendo a suo modo, proponendo escursioni a passo oratorio: una si è tenuta domenica scorsa, sui declivi che si alzano al di sopra della costa occidentale del lago d’Iseo, la prossima si terrà il 18 settembre sui Monti Sibillini e presto pubblicheremo i dettagli del programma della giornata.
Per incrociare la marcia “I sollevamenti della terra” a Bologna è stato lanciato un appuntamento, con scarpinata annessa, nella giornata di sabato 3 settembre (indicazioni dettagliate qui): un rituale apotropaico ambulante contro il Passante, un’autostrada urbana – come è scritto su Giap – «che corre a circa tre chilometri dal centro storico, nel ventre di quartieri popolosi, e dunque a ridosso di case, condominii, campi coltivati, parchi e scuole.» Aumento di traffico, consumo di energie fossili, uso smodato del trasporto privato, il volere di questa classe dirigente ben illustra cosa si intenda per green economy – due aiuolette bordo strada – e quanta considerazione si dia agli allarmi sul cambiamento climatico in atto. Corsie per auto che portano a sciare su corsie di neve, come quelle in via di costruzione al Corno alle Scale. Via allora con nuovi impianti, nuovi bacini di raccolta d’acqua, nuova massificazione del turismo utile ai grandi gruppi e in culo alle comunità, questo ha insegnato la crisi idrica di cui abbiamo sperimentato un primo antipasto lungo il corso di questa torrida estate.
In costante progresso – altro che progressismo – noi registriamo soltanto l’impoverimento, l’inquinamento, la rapina sistematica di territorio. E li registriamo in un momento in cui dovremmo invece preoccuparci di questa terra fragile, dovremmo capire il valore del rispetto per essa, incentivare le buone pratiche in basso. La capacita di stare dentro, e non sopra, il pianeta.
Non possiamo allora che abbracciare complici questa marcia di opposizione e racconto, di conoscenza, contro visioni cieche e calate dall’alto, manco fossero regalie divine al cui cospetto inchinarsi. Questo calpestio indomito e condiviso, gentile ma insistito, contribuirà a moltiplicare i sollevamenti della terra per la giustizia sociale ed ecologica, contro la famelicità del capitalismo e di chi ne rappresenta gli interessi.
Buon cammino, in alto la terra!