Tiriamo il fiato, per il mese d’agosto che si va aprendo Alpinismo Molotov si prende una pausa: staccheremo le dita dalla tastiera e gli occhi dallo schermo, rallenteremo il flusso e cercheremo la fatica fisica che appesantisce il respiro e fa dolere le gambe ma schiarisce la visuale. Sarà un modo anche per raccogliere lungo i sentieri nuove storie da raccontare, nuovi stimoli e immagini per riprendere in settembre a mettere a fuoco – con l’ottica non neutrale che ci è propria – l’andar per montagne e l’immaginario stesso proiettato sulle montagne.
Ci porteremo negli zaini – e rinnoviamo l’invito a chi ci legge a fare altrettanto – #Montagnecontrolaguerra, la campagna di disinfezione che abbiamo da poco presentato sul blog e che continuerà negli anni a venire, fino all’ennesimo anniversario, quando a essere celebrata sarà la fine di quell’immane carnaio che fu la guera granda.
Non ci piace però l’idea di lasciare per un mese il blog sguarnito di storie, così abbiamo pensato di proporre nelle settimane a venire, ogni settimana ed esclusa la settimana di Ferragosto, alcuni racconti che per temi, sguardo o sentimiento avvertiamo vicini ad Alpinismo Molotov. L’occasione ci è data dall’antologia Tifiamo Scaramouche – spin-off del romanzo di Wu Ming L’Armata dei Sonnambuli – curata da Simone Scaffidi L. che della banda disparata di Alpinismo Molotov fa parte. Non solo ci sembra un’occasione per promuovere nei nostri limiti questa fan-fiction, un viaggio spazio-temporale raccontato attraverso 75 (!) racconti; è anche un’opportunità per ribadire – ancora una volta – il nostro saldo legame con Giap e con i diversi progetti animati da giapster che sulla piattaforma online di Wu Ming prendono forma, perché riconosciamo Alpinismo Molotov nella relazione fra questi ben descritta da Simone nella sua Nota del curandero che apre il primo volume di Tifiamo Scaramouche:
«Non è un caso dunque che attorno alle storie del collettivo si sviluppino progetti che definire paralleli appare riduttivo. Questi infatti non corrono su binari separati ma intrecciano e sfilacciano forme e contenuti rielaborando storie autonome ma concatenate. In altre parole non ricercano un presunto multiculturalismo delle arti ma ambiscono a forme più radicali di meticciato culturale.»
Il nostro invito è quello di scaricare e leggere l’intera antologia e, da settembre, tornare a seguire le piste che Alpinismo Molotov è impegnato a tracciare.