Dei Lupi delle Vette, gruppo facente parte del network neonazista di Lealtà e Azione, aveva parlato recentemente Giap a proposito di questa vicenda, che li aveva visti riuscire, in un colpo solo, in una duplice maldestra impresa: travisare la storia di Felice Benuzzi e far passare la salita alla Punta Lenana (poco più che un’escursione) sul monte Kenya per un’impresa alpinistica di livello, con tanto di visita all’ambasciatore italiano e copertura sui quotidiani nazionali.
La vicenda, presto smascherata, era poi era rientrata nelle giuste proporzioni ma alla fine di ottobre, ecco il gruppo lanciarsi in un’altra meritoria opera: la croce della Grignetta “giace divelta nella polvere”, per usare le loro stesse parole, probabilmente a causa di un atto vandalico. Dopo qualche settimana, decidono quindi che è tempo di passare all’azione (in nomine omen del resto) e di salire in vetta per ripristinarla : “Non potevamo più stare a guardare.” Scrivono nell’album fotografico che pubblicano su Facebook “Un simbolo millenario di tradizione e civiltà non merita di giacere divelto nella polvere. Un simbolo da sempre caro a molti alpinisti e non, che nelle loro salite, dalle vie più facili a quelle più ardite, si sono sentiti protetti nei momenti di difficoltà per poi emozionarsi una volta raggiunta la cima con quella sensazione che solo chi vede una croce dopo tanta fatica conosce. Abbiamo saputo che è in arrivo una nuova croce: ne siamo felici e ribadiamo la nostra disponibilità per le necessità che la nuova posa richiederà. (…)”
Condita da cotanta retorica, la loro iniziativa suscita un discreto consenso sui social, gli “onore a voi” e i “bravi” si sprecano, mentre l’appello alla collaborazione viene improvvidamente raccolto dalla sezione locale del CAI Ballabio. Ma quante delle persone che li applaudono sanno effettivamente chi sono realmente i Lupi delle Vette? Probabilmente poche, molto poche. Quanti hanno voglia di farsi delle ricerche in merito? Ancora meno: Facebook, per esempio, è diventato una sorta di mondo chiuso, dal quale si fa fatica a uscire anche solo per una verifica. Se dalla loro pagina sul social network, infatti, sembra a tutti gli effetti di avere a che fare con dei “lupi innocui”, basta una velocissima ricerca su Google per atterrare direttamente sulla pagina di Lealtà e Azione.
Eppure, dovrebbe essere noto che l’estrema destra ormai da tempo cerca di rendersi presentabile attraverso una serie di onlus e di associazioni attive in tanti e diversi campi: dall’ambientalismo alla cooperazione internazionale, dall’animalismo (pure!) alla… montagna: poco più che maschere, ma capaci di procurarle appoggi ed entrature che sarebbe impossibile ottenere diversamente. Lo sa bene, per fare un esempio, il sindaco di Castano Primo Giuseppe Pignatiello che, a settembre 2015, scopre di aver ospitato a sua insaputa un raduno nazionale di Casa Pound con i problemi amministrativi e di ordine pubblico che ne conseguono.
Tornando a noi, abbiamo subito chiesto quindi chiarimenti in merito alla sezione CAI di Ballabio, da cui abbiamo ricevuto la seguente risposta ufficiale:
“Il Presidente e il Consiglio del CAI Ballabio comunicano quanto segue: la Croce vecchia della Grignetta, vandalizzata e abbattuta l’anno scorso, era stata rimessa in piedi provvisoriamente da un Gruppo che si è reso disponibile. Quella nuova, posizionata in vetta sabato scorso, costruita dal fabbro Mauro Sormani di Barzio in collaborazione con il Calumer, è stata trasportata e fissata grazie alla collaborazione di tre gruppi Istituzionali, quali i Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino XIX Delegazione Stazione di Lecco e la Sottosezione Cai Ballabio. La montagna unisce le persone e chi si adopera per rispettarla e preservarla è ben accetto. Spiace apprendere che persone sfruttano importanti eventi per gli alpinisti lecchesi e non solo per creare contestazioni e slogan con finalità politiche lontane dagli interessi del CAI. Si invitano le persone a scrivere sulla pagina Facebook del CAI Ballabio cose inerenti la montagna. Grazie. Marco Anemoli”
In pratica non solo consiglio e presidenza della sottosezione del CAI Ballabio evitano accuratamente di prendere le distanze dai Lupi delle Vette, tralasciando addirittura di citarne il nome, ma tacciano chi fa notare un simile “scivolone” di voler creare “contestazioni e slogan con finalità politiche lontane dagli interessi del CAI.”
Davvero? Davvero è ben accetto chiunque si renda disponibile, indipendentemente dal fatto che sia affiliato a un’organizzazione neofascista? E soprattutto, chi si è reso disponibile a che cosa? Chi è diventato l’oggetto, nel migliore dei casi inconsapevole, di un’improvvida
strumentalizzazione?” (Già, nel migliore dei casi, perché lo scorso novembre ai Piani dei Resinelli erano state affisse una serie di locandine che spiegavano esattamente chi fossero i Lupi delle Vette. Nessuno le ha viste?).
Il CAI centrale ha prima risposto via Twitter che la situazione era al momento all’attenzione della presidenza generale; e la sua risposta ufficiale è stata pubblicata ieri su Lo Scarpone, organo ufficiale del sodalizio. Come si può leggere nelle ultime righe:
“…Sabato scorso la nuova croce è stata trasportata e posizionata sulla vetta della Grignetta grazie alla collaborazione di tre gruppi istituzionali: i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino XIX Delegazione Stazione di Lecco e la Sottosezione Cai Ballabio.
Non c’è stato alcun tipo di coinvolgimento di altri soggetti; tantomeno quello del gruppo escursionistico “Lupi delle vette”.
Occorre precisare che l’esponente dei “Lupi delle vette” che è apparso nella foto accanto al Reggente della Sottosezione CAI Ballabio Giuseppe Orlandi, si sia limitato a chiedere a quest’ultimo di posare per lo scatto. Senza chiedere nè ottenere alcun permesso di diffondere l’immagine, tantomeno senza che la richiesta potesse lasciare intendere un coinvolgimento di tale gruppo nella manifestazione.”
È un tipo di risposta che ci si poteva aspettare ma che in buona parte non ci piace e non ci convince. Non ci convince perché sarebbe stata auspicabile una presa di distanza più decisa dai Lupi delle Vette, che non si limitasse a stigmatizzare la fotografia pubblicata “senza autorizzazione” e che evitasse di bacchettare – neanche troppo velatamente – chi ha posto all’attenzione un fatto che è giusto non passi sotto silenzio. “Teniamo fuori la politica dalla montagna” è il classico commento che si sente dire in queste occasioni. La notizia – decidete voi se buona o cattiva – è che semplicemente non si può. Perché non si può tenere fuori la politica dalla vita.
“Se erano di sinistra andavano bene?” Ci è stato chiesto. Non è questo il punto. Il punto è che se sono fascisti / neonazisti non vanno bene. Non vanno bene in montagna, non vanno bene in pianura, non vanno bene mai. Ci piacerebbe che anche il CAI lo dicesse chiaramente.
LoFi
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è interessante anche ricostruire tutta la cronologia a monte di questa storia, scavando in rete sui siti locali
1) il 7 ottobre 2017 la prima notizia è qui: https://www.ballabionews.com/2017/10/07/vento-fortissimo-in-grignetta-raffiche-in-quota-abbattuta-la-croce-posta-sulla-vetta/
VENTO FORTISSIMO IN GRIGNETTA: RAFFICHE IN QUOTA, “ABBATTUTA” LA CROCE POSTA SULLA VETTA
<< la testimonianza di chi ha passato la notte al bivacco Ferrario confermerebbe la tesi delle raffiche come “colpevoli” del cedimento >>
2) anche su Mount City un autore vicino a mountain wilderness (evidentemente) scrive la stessa cosa, quasi duolendosi che il vento non abbia tirato giù anche il bivacco Ferrario:
http://www.mountcity.it/index.php/2017/10/08/la-croce-sradicata-sulla-vetta-degli-orrori/
3) contemporaneamente si fa vivo il presidente della sottosezione CAI Ballabio detto “Il Calumer”, lui è convinto che si tratti di vandalismo:
https://www.ballabionews.com/2017/10/07/croce-abbattuta-in-grigna-lipotesi-del-calumer-sono-stati-dei-fanatici/
4) automaticamente la tesi di Calumer diventa quella maggioritaria, e coloro che avevano pernottato al Ferrario e avevano testimoniato delle forti raffiche di vento diventano praticamente dei giovinastri teppisti
http://www.leccotoday.it/cronaca/grignetta-croce-vandali.html
5) Sul Corriere di Milano sembrano non sbilanciarsi e rimangono aperti a entrambe le ipotesi, ma a quanto pare il CAI Lecco prende per buona l’ipotesi del Calumer: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_ottobre_10/lecco-trovata-abbattuta-croce-grignetta-vento-o-vandalismo-a68b1cb4-adf2-11e7-aeaa-c10a797c4526.shtml?refresh_ce-cp
6) C’è anche chi ipotizza che la croce sia stata abbattuta dai selfie! https://www.lecconotizie.com/lettere/lettera-crollo-della-croce-in-grigna-e-se-fosse-colpa-dei-selfie-411362/ (LOL! E il tizio pareva essere serio…)
7) La “sola ipotesi” vandalistica indigna anche la sindaca di Ballabio che pretende un’inchiesta (?) rendendo la tesi del Calumer “istituzionale” http://www.leccoonline.com/articolo.php?idd=31411&origine=1&t=Croce+della+Grignetta%3A+grazie+a+Calumer.+Chiedo+agli+inquirenti+di+far+chiarezza+sull%27accaduto
8) è a questo punto che gli alpinazi s’inseriscono, la narrazione del Calumer piace molto ai “nostri” e non vogliono farsi sfuggire l’occasione per fare i paladini della “Tradizione” da ripristinare contro la nequizie dei tempi, e farsi un bel po’ di pubblicità soprattutto… ed ecco che fanno la loro performance verso la fine di ottobre, Tal Marco Pirola ne celebra il gesto su Nuova Brianza: http://nuovabrianza.it/lupi-delle-vette-croce-sulla-grignetta/
8) In realtà leggendo su Valsassina news sembra che sia stato il Calumer a ripristinare in parte la croce subito dopo il fatto, gli alpinazi ci mettono qualche bullone? L’impressione che abbiano infilato un enorme cappello su tutta la vicenda è forte
https://www.valsassinanews.com/2017/10/29/torna-al-suo-posto-la-croce-della-grignetta-le-foto/
9) saltando direttamente al presente si organizza una mega performance con elicottero dei VdF che porta a spasso fellinianamente la croce partendo da Lecco, con Simone Moro, alpini, papaveri e papere, gli alpinazi non c’entrano un granché, dal video si può vedere che sulla vetta c’era un folto pubblico, probabilmente si erano infilati lì in mezzo
http://www.affaritaliani.it/coffee/video/politica/una-nuova-croce-in-cima-alla-grignetta-di-lecco-le-spettacolari-immagini-del-riposizionamento.html
10) e arriviamo al post degli alpinazi dell’altro giorno, in tutta la vicenda risulterebbero dei cazzoni che tentano di farsi propaganda capitalizzando sul baraccone mediatico del volo della croce… ma è quella stretta di mano al Calumer con il gagliardetto in mano a farli sembrare i mandati morali di tutta l’operazione… Il Cai Ballabio avrebbe potuto sgonfiare tutta la vicenda limitandosi a dire che non sapeva che sti lupi delle Vette fossero così a destra (poco credibile fare gli gnorri completamente sulle loro connotazioni politiche) e soprattutto dimostrando che costoro sono dei pagliacci millantatori e invece no, il vero caso lo crea proprio la loro scompostissima risposta. Quel “Se erano di sinistra andavano bene?” tradisce malafede, ignoranza o una collusione morale con gli alpinazi più profonda di quanto si immaginasse, perché suona proprio come una difesa politica, per non parlare poi delle accuse di “strumentalizzazione” lasciate nel vago… è evidente a chiunque che se c’è qualcuno ad aver strumentalizzato qui sono gli alpinazi ma evidentemente sta gente è ben felice di essersi fatta strumentalizzare se rivolgono l’accusa a chi ha denunciato il caso (mentre risibili sono i tentativi di smarcamento dai nazi: “non dovevano diffondere la foto”… sembra quasi dire: le porcherie insieme le facciamo ma non vanno rese pubbliche…).
Sono sempre più convinto che il vero male di questa epoca non siano i nazi, i quali sono sempre pochi psicolabili presenti purtroppo in ogni epoca, ma il clima di idiozia politica che dà a pochi psicolabili un potere altrimenti impensabile.