Ci sono eventi che vampirizzano un territorio, lo piegano alle proprie logiche, lo snaturano, lo feriscono. Funzionano esattamente come una nuova inutile funivia, un impianto sciistico o un tunnel di base nel cuore della montagna.
Ci sono eventi che nascono e crescono nel proprio territorio e le energie che assorbono le restituiscono come linfa per nuove idee, nuove pratiche, nuove alleanze. Sono eventi locali che spazzano via la logica del localismo gretto, perché sono canali di comunicazione con il mondo. E sono eventi locali che contrastano la logica omologante della globalizzazione, perché fanno comunità, qui, ora, in queste condizioni con queste persone.
Questi sono gli eventi che ci piacciono e il Valsusa Filmfest è uno di questi. È notizia recente che quest’anno dovrà fare a meno dei fondi regionali. Ci preme divulgare il loro comunicato e invitarvi a sostenerlo.
Io sto con il Valsusa Filmfest
Quando è stato fondato il Valsusa Filmfest (1996) non c’era Facebook, internet era conosciuto da pochi, i cellulari non erano strumento di massa, in compenso erano in vita ancora tanti partigiani memoria storica di questo Paese e insieme a loro (capitanati dal più giovane di tutti Bruno Carli), è stata costruita una manifestazione (sui temi dell’ambiente e della memoria) che è diventata una piattaforma a disposizione dell’intera comunità. Impossibile elencare tutte le iniziative svolte (oltre al cinema, workshop, incontri, spettacoli teatrali e mostre), i servizi logistici offerti (sempre gratuitamente) alle scuole di ogni ordine e grado, alle amministrazioni comunali, alle associazioni del territorio. Caparbiamente abbiamo tirato avanti, fra successi e piccoli problemi. Oltre vent’anni di resistenza, ma anche di vera passione, e di incoscienza (sentimento che contraddistingue chi si lancia anima e corpo in queste imprese, senza mai farne motivo di lucro, anzi).
Quest’anno purtroppo – per la prima volta dopo vent’anni di attività – ci è stato negato il contributo dalla Regione Piemonte (legge 58). Una decisione che ci pone di fronte a uno scenario difficile non solo per ripianare il bilancio ma soprattutto per non perdere l’entusiasmo e continuare a far vivere un’impresa che crediamo sia importante per i riscontri avuti nel tempo dal territorio. Il meccanismo dei contributi per la cultura fa si che l’esito delle domande avvenga sempre a giochi fatti (per noi aprile), con margini di rischio alti e possibilità di pianificazione ridotta.
Negli anni si è costruita una rete, un gran numero di persone che ha offerto, e continua ad offrire idee, lavoro, progettualità, un vero patrimonio che ha permesso di “restituire” al territorio, una ricaduta per ogni euro incassato da contributi pubblici e/o privati investito sugli eventi. Tutto gestito con grande accortezza: il Valsusa Filmfest non ha mai pagato nessuno degli ospiti intervenuti, si chiama festival ma siamo lontanissimi dal glamour e tappeti rossi. L’attenzione è sempre stata rivolta al sociale, alla denuncia, alla documentazione, al fare memoria.
Per onestà intellettuale ci sentiamo di rivendicare la qualità dei contenuti e del lavoro fatto. La burocrazia e le tabelle dei bandi non tengono in conto di tutto questo: una valle diventata comunità, con una grande energia vitale, valorizzata in ogni incontro. Il mancato contributo è un inciampo. Ce ne faremo una ragione, e archiviato un poco di sconcerto riprenderemo il filo del discorso da dove l’abbiamo lasciato. Abbiamo già ricevuto primi segnali che ci fanno capire che non siamo stati lasciati soli a gestire questo momento delicato dell’associazione. Grazie a loro e a quelli che vorranno sostenerci.
Il presidente onorario Ugo Berga, la presidente Linda Cottino e il consiglio direttivo: Francesco Calabrò, Luigi Cantore, Roberto Canu, Raffaella Fusaro, Chiara Sasso, Fulvio Senor.
Condove, 23-11-2017