Le Alpi orientali da oltre un secolo sono al centro dell’ideologia nazionalista italiana, un luogo mitologico che la gente conosce solo attraverso i nomi delle vie nelle città e la vulgata che viene insegnata nelle scuole: le terre irredente, la presa di Gorizia, la disfatta di Caporetto, la resurrezione di Vittorio Veneto, cent’anni di retorica sul nordest. Noi che viviamo su questo confine conosciamo benissimo quanto sia tossica questa vulgata, e quanto sia altrettanto tossica la vulgata contrapposta, quella degli austronostalgici. Una vulgata che porta ad esempio alla celebrazione di un personaggio come Rommel, giovane ufficiale nella prima guerra mondiale sul fronte dell’Isonzo, e grande deportatore di civili e militari italiani, sloveni e croati 25 anni dopo, nel settembre ’43.
Gli stolti chiamavano “pace” il semplice allontanarsi del fronte.
Gli stolti difendevano la pace sostenendo il braccio armato del denaro.
Oltre la prima duna gli scontri proseguivano.
Zanne di animali chimerici affondate nelle carni, il Cielo pieno d’acciaio e fumi, intere culture estirpate dalla Terra.
Gli stolti combattevano i nemici di oggi foraggiando quelli di domani.
Gli stolti gonfiavano il petto, parlavano di ‘libertà”, “democrazia”, “qui da noi”, mangiando i frutti di razzìe e saccheggi.
Difendevano la civiltà da ombre cinesi di dinosauri.
Difendevano il pianeta da simulacri di asteroidi.
Difendevano l’ombra cinese di una civiltà.
Difendevano un simulacro di pianeta.
LoFi
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A chi pensa che iniziative come quella di @Alpi_molotov per #Caporetto siano azioni inutili e incomprensibili segnalo questo: http://www.quotidiano.net/cronaca/caporetto-rai-storia-1.3508624
Il tetano della grande guerra è più vivo che mai e Caporetto è forse uno dei suoi focolai più virulenti