[Comici] rivelò molti abissi inesplorati e raggiunse il record di profondità del tempo, toccando il fondo di una grotta di 500 metri nell’altopiano del Cansiglio, il Bus de la Lum. Uscito dalla caverna, salí sulla vicina vetta del Cimon del Cavallo e da quel giorno, all’oscurità degli abissi preferí la luce delle altezze. Quella facile vetta – storicamente importante perché la prima cima delle Dolomiti raggiunta dall’uomo, fin dal 1726 – fu la soglia da dove Comici partí per iniziare e finire sulla montagna la vita…
Così Severino Casara mitizzava l’ingresso di Emilio Comici, primo sestogradista italiano, nel mondo dell’alpinismo. Peccato che in quella ricostruzione non ci fosse un dettaglio uno che quadrasse, a partire dei metri di profondità del Bus de la Lum che a dispetto di quanto professava il memorialista sono in realtà solo -185, e all’epoca non costituivano affatto un record. Ma non solo, anche la distanza tra il Bus e l’attacco del più vicino sentiero per la vetta del Cimon del Cavallo (oggi meglio noto come Cima Manera) – ben 14 km di strada – rendeva alquanto improbabile un’improvvisa sortita alpinistica da parte di uno speleologo che avesse appena disceso e risalito un abisso inesplorato profondo quasi duecento metri, perlomeno negli anni ’20. Di più, il monte Cavallo non rientra nemmeno nelle Dolomiti, né geologicamente né geograficamente. Infine, pare che Comici andasse per monti già da tempo, affiancando – almeno per i primi tempi – l’attività da grottista a quella di alpinista.
Insomma, quella di Casara era una classica cazzata al cubo, un tipo di articolo che in realtà pare abbondi lì in Cansiglio: per la precisione, dal Bus de la Lum emergono ogni anno cazzate al metro cubo.
Alpinismo Molotov si è offerto volontario per accompagnare in loco Nicoletta Bourbaki, desiderosa com’era di ripulire, ma più che altro esorcizzare, le “immondizie storiografiche” che ogni anno certi figuri si ostinano a depositare in quel buco. Va detto: Nicoletta non è una che esce molto, intenta com’è a studiare e a setacciare il web in cerca di bufale storiche fasciste e parafasciste, ma alla sua prima uscita sul campo ha contratto il bacillo dei sassi proprio come non fu per Comici: emergendo dal fetido pozzo nero delle bufale ha sentito l’improvviso desiderio di respirare l’aria delle vette e così, scortata dagli alpinisti molotov, ha raggiunto Cima Manera – 2.251 m slm – terza vetta delle Prealpi Bellunesi.
Ve lo racconteremo al nostro solito modo, stay tuned.