Ci ha lasciati un pezzo di storia del Gran Sasso e uno degli alpinisti meno commerciali, più puri e appassionati degli ultimi anni. Un umile: “Non è il grado, la difficoltà, la prestazione atletica o la pericolosità, che fanno il vero alpinismo, ma è l’ emozione che se ne riceve.” Impegnato con il suo compagno di cordata Luca D’Andrea nell’apertura di una nuova via sulla parete nord del Monte Camicia, nei giorni scorsi un incidente è stato per loro fatale.
Roberto (Iannilli) non è uno di quegli alpinisti fortunati, nati al nord sotto qualche picco dolomitico o ai piedi dei grandi spazi alpini. Non è nemmeno figlio di una delle tante dinastie, è romano de Roma. Gente così di solito pratica l’alpinismo solo per hobby, per qualche uscita. Ulteriore aggravante: ha cominciato a frequentare la montagna tardi, ormai quasi trentenne, ma non ha più saputo smettere.
Lui che ha scoperto l’arrampicata per caso, da escursionista in valle d’Aosta: il sentiero sbagliato e, ostinatamente alla ricerca della traccia giusta, su quel sentiero, fino a dover poggiar le mani, fino ad arrampicare, sì, ma senza averlo mai fatto. Chiunque sarebbe tornato sui propri passi, avrebbe preso un gran spavento, Roberto è stato inghiottito dal gioco.
Entra in libreria, acquista un manuale di tecnica e una settimana dopo: “Avrei potuto dare una tesi di laurea in applicazioni teoriche dell’alpinismo”.
Ironia, ricerca e leggerezza – come in tutti i suoi scritti e così anche nella vita – con curiosità, rispetto e determinazione Roberto ha percorso un sacco di solitarie, un’esploratore dentro ad un mondo alpinistico che troppe volte sa solo ripercorrere il già tracciato, più di 100 prime salite solo sul Gan Sasso.
C’è un abisso tra quello che sono adesso, alpinisticamente parlando, e quello che ero solo qualche anno fa, quando avevo anche maggior margine di difficoltà, ma non la stessa maturità.
Mano mano che gli anni passano mi sento sempre più in sintonia con i miei progetti, anche se ho ancora il buon senso di capire i miei limiti e considerarli sempre.
L’età non fa che accrescere il mio bagaglio di esperienza, a bilanciare l’innegabile declino fisico.
Quest’anno mi sono reso conto che certe esperienze, lontano da casa e in quota, mi costano sempre più fatica fisica e psichica, sono ancora all’altezza, o per lo meno “ce la faccio”, ma è ovvio che dal 2009 dovrò cambiare tipo di progetti. Questo non significa che mollerò, solo che aggiusterò il tiro per cercare di restare sui livelli di “massima personale soddisfazione”, senza soffrire oltre il dovuto. Ecco, “la massima personale soddisfazione” è forse il segreto della longevità alpinistica: cercare di trovarla sempre aiuta.
E poi le spedizioni, di quelle vere: su monti inviolati, poco patinata ma che ti mettono davvero alla prova. Spedizioni autofinanziate, hyper low budget; aggregative e non elitarie, invitando a partecipare anche gente sui forum di montagna: “Se c’ è qualcuno interessato a venire per darci una mano con la logistica (contatti radio tra campo avanzato e campo base) o per andare per i cavoli suoi, si faccia avanti che gli spiego quello che lo aspetta”.
Tanti anni di alpinismo mi hanno insegnato che uno dei più grandi piaceri che se ne ricavano è appunto il ricordo, un bene prezioso che va coltivato come fosse una pianta delicata.
E noi vorremmo appunto ricordarti Roberto, così (David’s 62 Nose, Himalaya):
(La frase che dà il titolo al post è di José Martì e da anni e anni era il motto che compariva sotto a ogni intervento di Roberto Iannilli sul forum di PlanetMountain).
Segnaliamo il saluto di Vinicio Stefanello a Iannilli e D’Andrea, pubblicato su PlanetMountain: Roberto Iannilli e Luca D’Andrea ci hanno lasciato.
Qui, dal sito vecchie glorie del Gran Sasso, una scheda biografica – aggiornata al febbraio 2010 – di Roberto Iannilli.
Mr Mill
| #
Solo oggi mi è capitato di leggere – pubblicato sul blog Alpinesketches – un breve scritto di Iannilli, dal titolo Le mie mani. Bello, vale la pena leggerlo. E segnalarlo qui.
michd
| #
per chi fosse interessato in rete si trovano due clip in cui Roberto Iannilli legge dei brani della sua autobiografia. sono molto belle
https://www.youtube.com/watch?v=Me9ZF0QOCyA
https://www.youtube.com/watch?v=9dr40RQbuWk